News - 09 luglio 2025, 12:00

Raccontare l’Italia autentica: il futuro del turismo passa dallo storytelling

A causa della frammentazione territoriale, la digitalizzazione lenta e la mancanza di strategie condivise, l’Italia rischia di non valorizzare appieno il suo immenso potenziale turistico. Ma raccontare il Paese in modo autentico, integrato e innovativo, grazie a storytelling, formazione e collaborazioni locali , può rappresentare la chiave per attrarre viaggiatori in cerca di esperienze vere e rilanciare i territori fuori dai grandi circuiti

Raccontare l’Italia autentica: il futuro del turismo passa dallo storytelling

Bentornati a un nuovo appuntamento con la nostra rubrica dedicata al Turismo. Oggi ci addentriamo nel mondo dello storytelling e della creazione del branding turistico. L’Italia è un Paese straordinariamente ricco di bellezze e tesori, ma spesso fatica a raccontarsi in modo efficace e coinvolgente. Scopriamo insieme come trasformare questa ricchezza in un racconto autentico e capace di attrarre sempre più visitatori.
L’Italia è tra le mete più amate al mondo, eppure fatica a capitalizzare il proprio immenso potenziale turistico. Ogni anno milioni di visitatori scelgono il nostro Paese per l’arte, la cucina, i paesaggi e l’ospitalità. Ma quando si tratta di marketing turistico, qualcosa si inceppa: tanta frammentazione, poca innovazione e digitalizzazione a rilento frenano lo sviluppo, soprattutto per le piccole realtà imprenditoriali fuori dai grandi circuiti.
Il marchio Made in Italy è forte, riconosciuto ovunque, ma non coordinato. A differenza di paesi come Spagna e Francia, che investono in campagne globali integrate e coerenti, l’Italia affida la promozione turistica a Regioni, Comuni e consorzi locali, spesso in modo scoordinato e disomogeneo. Il risultato è una narrazione spezzettata, sovrapposta, che penalizza in particolare chi opera nei territori minori.
In questo scenario, agriturismi, B&B, guide turistiche, operatori del settore e artigiani, si trovano a dover “fare da sé”, spesso con risorse limitate e senza una visione strategica. Tuttavia, proprio questa vulnerabilità può trasformarsi in una grande opportunità. Un marketing più autentico, accessibile e mirato può fare la differenza, anche con budget contenuti. 
È necessario fare leva su fattori come:

  • Storytelling autentico: i viaggiatori cercano emozioni vere,  che li coinvolgano emotivamente. Raccontare il territorio in modo personale e genuino funziona più di qualsiasi brochure.
  • Presenza digitale professionale: un sito mobile-friendly, multilingue e aggiornato, con possibilità di prenotazione diretta, è oggi imprescindibile.
  • Social media mirati: uno o due canali con contenuti di qualità dove poter veramente raccontarsi nel profondo.
  • Collaborazioni locali: stringere partnership con ristoratori, artigiani e colleghi permette di costruire esperienze integrate, valorizzando l’intero territorio.

Il PNRR offre una chance storica per ripensare l’offerta turistica, sia per quanto riguarda la digitalizzazione, la riqualificazione dei borghi e l’accoglienza smart, che risultano essere tra gli obiettivi principali finanziati. L’Italia, con la sua fitta rete di piccole imprese turistiche, è particolarmente adatta a valorizzare segmenti in crescita come il turismo esperienziale, il cicloturismo, il turismo rurale e green. Settori dove spesso eccelle, ma senza però saperlo comunicare abbastanza. In una realtà come quella di oggi, serve saper comunicare con metodo e coerenza, differenziandosi nel mare globale dell’offerta turistica. I dati ENIT e ISTAT confermano una ripresa dei flussi turistici post-Covid, ma il cosiddetto turismo diffuso”, quello delle piccole realtà, fatica a intercettare questa domanda, complice l’assenza di strategia, branding e digitalizzazione.
Spesso, il marketing viene frainteso, infatti non è esclusivamente pubblicità, ma un ecosistema fatto di identità, posizionamento, multicanalità, raccolta dati e gestione della reputazione. Ed ecco perché è urgente un cambio di passo, sia per quanto riguarda la definizione di un’identità chiara sul prodotto che si va ad offrire, e sul segmento di mercato a cui ci si rivolge, ma anche sulla continua presenza online attraverso strumenti tecnologici come la SEO, Google Business e social media. 
Oltre a questo, è necessario investire nel contenuto, ovvero raccontarsi attraverso uno storytelling visivo, uditivo e che attragga emotivamente il pubblico di riferimento. Fondamentale risulta inoltre il processo di analisi dei dati e la costruzione di una rete solida sul territorio in cui si opera.

Da government a governance: il nuovo ruolo delle istituzioni

Negli ultimi decenni, il turismo ha vissuto una trasformazione profonda. Si è passati da un modello centrato sul government , con lo Stato protagonista unico, ad uno basato sulla governance partecipata, dove pubblico e privato collaborano per costruire strategie integrate.
Le Destination Management Organization (DMO) sono l’esempio più chiaro, strutture miste che gestiscono territori come vere destinazioni, pianificando sviluppo, promozione e sostenibilità in modo condiviso. In questo schema, il governo ha un ruolo più strategico che operativo.
La sfida attuale non è più riempire le stanze, ma rendere il turismo sostenibile, innovativo, partecipato. I territori vogliono essere protagonisti e non semplici contenitori. I viaggiatori cercano autenticità, lentezza, esperienze. Per intercettarli servono competenze, strumenti e una nuova mentalità.

L’Italia è il Paese più desiderato al mondo, ma non sempre il più scelto. La differenza, oggi, la fa la capacità di raccontarsi in modo coordinato e strategico. Per i diversi attori del settore è il momento di pensarsi non come semplici fornitori di servizi, ma come micro-brand da valorizzare.
Il turismo vale oltre il 13% del PIL italiano, ma per crescere ha bisogno di una visione moderna. Le istituzioni devono fare sistema; gli operatori devono formarsi e collaborare. L’Italia ha tutto. Ora deve solo imparare a comunicarlo meglio, e insieme.

Zaki Lombardo

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