Motocicletta, 10 HP, tutta cromata. E’ tua se dici sì. Cantava Lucio Battisti nei primi anni ’70. Oggi, chissà, il testo si potrebbe arricchire di un’originale strofa contenente alcuni dettagli interessanti legati alle tasse sulle lezioni di guida per moto e ciclomotori, oltre che per i mezzi nautici. Grazie ad una recente sentenza, viene finalmente chiarito un arcano che ha creato non pochi disguidi con l’Agenzia delle Entrate: l’esenzione dall’IVA sui corsi per patenti di mezzi a due ruote.
Direttamente dalla decisione della Corte di Giustizia Tributaria de La Spezia, emerge che la tassa sui corsi deve essere versata solo ed esclusivamente per le lezioni di guida volte al conseguimento delle patenti B e C1, escludendo, pertanto, moto e mezzi del mondo della nautica.
Da quella sentenza del 2020 - emessa dalla Corte di Giustizia Europea - fu per primo il nostro Parlamento ad attivarsi sul tema, applicando modifiche alla norma: l’esenzione IVA, veniva prevista sui corsi di autoscuole per patenti A e AM, mentre era dovuto il pagmaneto dell’imposta per le patenti di categoria B e C1. A ciò, seguì la posizione sottolineata più volte dall’Agenzia delle Entrate: l’obbligo di versare la tassa su tutti i tipi di patenti.
In queste ultime settimane, la svolta: la Corte di Giustizia Tributaria de La Spezia si è espressa a proposito dell’azione di ricorso di una scuola di nautica operante sul territorio dello spezino. In base alla decisione, la scuola non è, dunque, tenuta a pagare la tassa in quanto – per legge – l’obbligo è legato solo alle patenti B e C1.
Bene a sapersi, quindi per tutti coloro che sono prossimi a salire in sella su una roboante due ruote. L’Agenzia delle Entrate non può richiedere il versamento dell’IVA legato a corsi e didattica per il conseguimento di patenti per moto, motocicli e patenti di mezzi nautici. Un sollievo per i fruitori di tali corsi – in particolare, tutte quelle famiglie con figli a carico – che si sarebbero trovate costi maggiorati sul servizio.
Nessun rincaro, pertanto, che sarebbe stato calcolato al 22% su tale didattica.
Tale posizione è stata ribadita, altresì, dalla Legge di Bilancio di quest’anno. Non va considerata quale appannaggio esclusivo di pochi, la didattica legata alla guida di mezzi due ruote o natanti.
Va da sé che l’aumento dei prezzi dei corsi di guida non garantirebbe la riduzione di incidenti mortali sulle strade italiane, che qualcuno ha dato quale motivazione dell’imposta.