La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) rappresenta una delle più significative riforme normative introdotte dall’Unione Europea in materia di sostenibilità aziendale. Entrata in vigore il 5 gennaio 2023, la CSRD sostituisce la precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD) e introduce nuovi obblighi di rendicontazione per le imprese, con l’obiettivo di migliorare la trasparenza, l’affidabilità e la comparabilità delle informazioni ESG (Environmental, Social, Governance). Per i dottori commercialisti, comprendere le novità introdotte dalla CSRD è fondamentale per accompagnare le aziende in questo percorso di adeguamento normativo.
Ambito di applicazione e tempistiche
Una delle principali novità della CSRD è l’ampliamento del numero di aziende soggette all’obbligo di rendicontazione. Mentre la NFRD coinvolgeva circa 11.000 imprese, la CSRD si applica a oltre 50.000 aziende in Europa, con un impatto significativo anche in Italia, dove quasi 7.000 imprese saranno coinvolte. L’implementazione avverrà in modo graduale:
- Dal 2025: Grandi aziende già soggette alla NFRD (società quotate con più di 500 dipendenti).
- Dal 2026: Grandi aziende non quotate che soddisfano almeno due dei seguenti criteri: più di 250 dipendenti, fatturato superiore a 40 milioni di euro o attivo superiore a 20 milioni di euro.
- Dal 2027: PMI quotate, con possibilità di esonero fino al 2028.
- Dal 2029: Aziende non UE con attività in Europa e fatturato superiore a 150 milioni di euro.
Standard di rendicontazione e contenuti del report
La CSRD introduce gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), che definiscono i requisiti minimi per la redazione del bilancio di sostenibilità. Le aziende dovranno fornire informazioni dettagliate su tre pilastri fondamentali: ambientale (E), sociale (S) e governance (G).
Ambientale (E):
- Strategie di decarbonizzazione e impatti sul cambiamento climatico.
- Uso delle risorse naturali e gestione dei rifiuti.
- Biodiversità e tutela degli ecosistemi.
Sociale (S):
- Condizioni di lavoro e diritti umani.
- Diversità, equità e inclusione.
- Impatti sociali delle attività aziendali.
Governance (G):
- Struttura di governance e processi decisionali.
- Politiche anticorruzione e trasparenza aziendale.
- Gestione dei rischi ESG e responsabilità del board.
Inoltre, le aziende dovranno rendicontare le emissioni di gas serra (GHG) in scope 1, scope 2 e scope 3, ovvero le emissioni dirette, quelle derivanti dall’energia acquistata e quelle legate alla catena di valore.
Verifica obbligatoria e integrazione con il bilancio finanziario
Un altro aspetto cruciale della CSRD è l’obbligo di sottoporre il bilancio di sostenibilità a un audit esterno, al fine di garantire la qualità e l’affidabilità dei dati. Inoltre, le informazioni ESG dovranno essere integrate nel bilancio finanziario, diventando parte integrante della reportistica aziendale.
Semplificazioni e modifiche introdotte dal Decreto Omnibus
Il Decreto Omnibus, adottato nel 2024, ha introdotto alcune modifiche alla CSRD, con l’obiettivo di semplificare gli obblighi di rendicontazione per le aziende. Tra le principali novità:
- Innalzamento delle soglie di applicazione: Solo le imprese con almeno 1.000 dipendenti saranno soggette agli obblighi di rendicontazione, escludendo molte PMI che prima rientravano nei requisiti.
- Eliminazione degli standard settoriali: La rendicontazione sarà uniforme, senza requisiti specifici per settori.
- Proroga delle scadenze di adeguamento: Le aziende avranno due anni in più per adeguarsi ai nuovi standard di rendicontazione.
Implicazioni per i dottori commercialisti
Per i dottori commercialisti, la CSRD rappresenta sia una sfida che un’opportunità. Da un lato, è necessario sviluppare competenze specifiche in materia di sostenibilità e reporting ESG, per supportare le aziende nella raccolta e analisi dei dati richiesti. Dall’altro, la crescente attenzione alla sostenibilità offre l’opportunità di ampliare l’offerta di servizi, ad esempio attraverso la consulenza per il calcolo della carbon footprint o l’implementazione di sistemi di monitoraggio delle performance ESG.
Conclusioni
La CSRD segna un punto di svolta nella rendicontazione della sostenibilità aziendale, imponendo nuovi standard di trasparenza e responsabilità. Per i dottori commercialisti, è essenziale rimanere aggiornati sulle novità normative e sviluppare competenze specifiche per accompagnare le aziende in questo percorso. La corretta implementazione della CSRD non solo garantisce la conformità normativa, ma può anche rappresentare un vantaggio competitivo, migliorando la reputazione aziendale e attirando investitori sempre più attenti ai criteri ESG.