News - 09 maggio 2025, 09:00

Tra bancarelle e sogni: quando il lavoro riparte dalla strada

Il commercio ambulante come scelta di libertà: cosa sapere tra burocrazia, vantaggi fiscali e voglia di ricominciare

Tra bancarelle e sogni: quando il lavoro riparte dalla strada

Negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più la pratica di vendere per strada con un banco, soprattutto nei centri storici, durante fiere, sagre e mercatini. È una strategia che molti titolari di Partita IVA, in particolare nel commercio al dettaglio o nell’artigianato, stanno adottando per avvicinarsi al pubblico e ridurre i costi fissi. Ma cosa comporta, dal punto di vista normativo e fiscale, questa scelta?
In questo caso serve avere la giusta abilitazione. Bisogna in primis valutare che avere una Partita IVA generica non basta. Chi intende vendere su suolo pubblico deve essere in possesso dell’autorizzazione al commercio ambulante, rilasciata dal Comune di residenza o da quello in cui si svolge l’attività. Le autorizzazioni sono di due tipi: Tipo A, che consente di operare su posteggi fissi in mercati e fiere e Tipo B, che permette la vendita in forma itinerante, senza un banco fisso.
Oltre alla Partita IVA, è obbligatoria l’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio. Inoltre, occorre presentare una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune, che può includere anche norme su sicurezza alimentare, igiene, orari e norme sul decoro urbano.

La domanda più sovente è se esistono delle agevolazioni fiscali: sì, ma attenzione. Chi lavora come ambulante può accedere al regime forfettario (se rispetta i limiti di fatturato), con vantaggi importanti in termini di tassazione agevolata e semplificazione contabile. Tuttavia, l’attività deve essere compatibile con i codici ATECO previsti per questo regime.
Importante è tenere sotto controllo i problemi più comuni:

  1. Controlli serrati: I venditori ambulanti sono spesso soggetti a controlli da parte della Polizia Municipale. È fondamentale essere in regola con le autorizzazioni e gli adempimenti fiscali;
  2. Concorrenza e abusivismo: Non è raro che chi lavora in regola debba fare i conti con venditori abusivi, spesso tollerati in alcuni contesti;
  3. Logistica e trasporti: Spostarsi quotidianamente comporta costi e organizzazione, soprattutto se si trasportano merci voluminose o delicate.

Adottare questo tipo di vendita è una scelta che sa apparentemente di libertà.
Vendere per strada con una Partita IVA può essere una via concreta per riscoprire un contatto diretto con le persone, per ridare voce a mani che sanno creare e cuori che hanno il coraggio di mettersi in gioco. Tra una tenda montata all’alba e un sorriso scambiato al tramonto, l’attività ambulante non è solo lavoro: è uno stile di vita che profuma di indipendenza, resilienza e, perché no, di sogni su quattro ruote.

Stefano Farinetti

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