Inaugurato nel 2020 con l'intento di rivoluzionare il settore edilizio italiano attraverso massicci incentivi all'efficientamento energetico, il Superbonus ha visto una serie di aggiustamenti normativi volti a perfezionarne l'applicazione e a massimizzare il suo impatto. Tra questi: l'espansione dei termini di scadenza, l'inclusione di una gamma più ampia di soggetti beneficiari, l'aggiornamento dell'elenco dei lavori ammissibili, l'introduzione di rigide misure di controllo per prevenire le frodi, e l'adattamento delle modalità di godimento dei benefici, quali la cessione del credito e lo sconto in fattura.
Inaugurato nel 2020 con l'intento di rivoluzionare il settore edilizio italiano attraverso massicci incentivi all'efficientamento energetico, il Superbonus ha visto una serie di aggiustamenti normativi volti a perfezionarne l'applicazione e a massimizzare il suo impatto. Tra questi: l'espansione dei termini di scadenza, l'inclusione di una gamma più ampia di soggetti beneficiari, l'aggiornamento dell'elenco dei lavori ammissibili, l'introduzione di rigide misure di controllo per prevenire le frodi, e l'adattamento delle modalità di godimento dei benefici, quali la cessione del credito e lo sconto in fattura.
I dati parlano chiaro: a febbraio 2024, il numero degli interventi di efficientamento energetico ammonta a oltre 480.000, con una spesa totale di 114 miliardi di euro e un tasso di completamento del 93,6%. Queste cifre, per quanto impressionanti, sono accompagnate da una recente corsa agli incentivi negli ultimi mesi dell’anno, motivata dalla volontà di beneficiare delle detrazioni prima del termine ultimo del 31 dicembre 2023.
Non solo. Il Superbonus ha influenzato una vasta gamma di proprietà, dai condomini, che hanno registrato il maggior numero di interventi con un totale di oltre 113mila interventi, agli edifici unifamiliari, alle unità immobiliari indipendenti, e persino a 8 castelli. Tra le regioni con il maggior numero di asseverazioni, troviamo Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana; mentre la Valle d'Aosta registra il numero più basso.
Se da un lato, quindi, la misura ha mostrato la sua efficacia attraverso un notevole volume di investimenti; dall'altra, le continue revisioni normative - tra decreti-legge, proroghe, leggi conversione e leggi di bilancio - hanno creato un panorama in costante mutamento, richiedendo agli addetti ai lavori un aggiornamento continuo. E anche per il 2024, ci sono infatti delle novità.
Modifiche fiscali e implicazioni per il settore edilizio
A partire dal 1° marzo 2024, è previsto un aumento della ritenuta d'acconto sui bonifici per lavori edilizi incentivati, passando dall'8% all'11%. Questa modifica, introdotta dall'ultima legge di Bilancio, riguarda il Superbonus, il bonus casa, e altri incentivi correlati, imponendo alle banche e agli uffici postali un ruolo attivo nella raccolta delle tasse. Sebbene teoricamente non dovrebbe influenzare i contribuenti o le imprese che eseguono i lavori, in pratica, potrebbe creare difficoltà per alcune imprese, spingendole a cercare finanziamenti aggiuntivi. Questo cambio normativo potrebbe inoltre incidere sulla domanda di lavori incentivati, complicando ulteriormente la situazione per le imprese edili già alle prese con la diminuzione degli incentivi disponibili e le nuove restrizioni sulla cessione del credito e lo sconto in fattura.
Novità Legislative e Contributo a Fondo Perduto
Il decreto 212/2023, noto come "decreto salva Superbonus", ha introdotto misure per favorire l'avanzamento dei cantieri e salvaguardare i beneficiari. Tra le novità, spicca l'introduzione di un contributo a fondo perduto per le spese sostenute tra il primo gennaio e il 31 ottobre 2024 per i cittadini con redditi inferiori a 15.000 euro, purché i lavori abbiano raggiunto uno stato di avanzamento del 60% alla fine del 2023. Inoltre, per i lavori asseverati entro il 31 dicembre 2023, viene garantita l'agevolazione piena anche senza il doppio salto di classe energetica. Questo approccio mira a fornire sostegno ai soggetti più vulnerabili, pur mantenendo un certo rigore nelle spese pubbliche.
( Articolo di Paolo Tanfoglio, CEO di Lokky, intermediario assicurativo indipendente)