Consulenti Finanziari | 25 gennaio 2024, 13:00

L'arma segreta delle filiere italiane? Semplice pianificazione

L'arma segreta delle filiere italiane? Semplice pianificazione

La pianificazione integrata: arma segreta delle filiere contro la crisi

È un processo aziendale di cui si discute da decenni, ma le imprese talvolta fanno fatica ad attuarlo. Perché in Italia il tessuto industriale è costituito da pmi che spesso non hanno le necessarie risorse, ma soprattutto perché le stesse imprese in grande parte sono a conduzione familiare e oppongono una certa resistenza culturale. Tuttavia, imparare a pianificare è indispensabile, e oggi grazie alla tecnologia a supporto e i fondi del Pnrr potrebbe finalmente essere alla portata di tutte le aziende. Ecco con quali benefici.

Dalle parole di Gianluca Sacchi, Head of Consumer Goods & Retail di BearingPoint Italia, si comprende meglio:" Forse oggi, dopo i difficili anni del Covid, la recessione non è più così vicina, ma i margini aziendali continuano a essere sotto pressione. La crisi energetica scaturita dalla guerra in Ucraina ha fatto schizzare i costi di produzione costringendo le imprese a scaricarli sul consumatore finale; nel contempo la BCE, per contenere la crescente inflazione, ha progressivamente incrementato i tassi di interesse, con un conseguente aumento esponenziale del costo del denaro. In questo difficile contesto, il commercio non è stato particolarmente avvantaggiato e il 2024 si prospetta un anno complesso per le imprese italiane"

Complesso, sì, ma non impossibile. Le imprese hanno, infatti, dalla loro parte un’arma che ancora oggi è spesso sottovalutata: puntare sull’ottimizzazione dei costi, che nel contesto attuale diventa un imperativo categorico per cercare di tenere in equilibrio i conti. Le aziende che avevano strategicamente adottato una pianificazione tesa a questo genere di razionalizzazione, e che hanno investito sui sistemi di fornitura digitalizzati ed integrati, oggi sono ben posizionate per affrontare questa lunga crisi. Disporre di un sistema digitale che connetta tutti gli anelli della supply chain permette, infatti, di prevedere le possibili evoluzioni della domanda, e di essere, dunque, più flessibili e agili nell’anticipare colli di bottiglia (bottlenecks) e adottare soluzioni efficaci in caso di imprevisti.

Le imprese che sono ancora indietro sulla strada della digitalizzazione non devono comunque disperare. Perché hanno la grande opportunità di mettersi al passo sfruttando i fondi del Pnrr: 23,89 miliardi di euro per la digitalizzazione e 0,63 miliardi per la logistica integrata. Spesso però il tema del ritardo è imputabile più alla resistenza culturale delle imprese piuttosto che a mancanze di risorse. Resistenza dettata dal fatto che spesso questi strumenti sono sconosciuti o di difficile comprensione. Facciamo quindi un po’ di chiarezza: cosa intendiamo per strumenti digitali a supporto della pianificazione aziendale integrata?

Cos’è l’IBP e perché tutte le aziende (soprattutto le pmi) dovrebbero attuarlo

Facciamo un passo indietro e proviamo a descrivere in maniera più tecnica il sistema di pianificazione a cui abbiamo accennato in precedenza: la "pianificazione aziendale integrata" o "integrated business planning" (IBP).

In estrema sintesi è la fusione in un unico piano di:

-Pianificazione Operativa: che si occupa della gestione quotidiana delle attività aziendali e della definizione degli obiettivi di breve termine;

-Pianificazione Strategica: che si concentra sulla definizione degli obiettivi di lungo termine;

-Pianificazione Finanziaria: che si focalizza sulla gestione delle risorse finanziarie – in termini di liquidità nel breve termine e di investimenti e finanziamenti nel lungo termine.

Inoltre, la digitalizzazione del processo di pianificazione integrata rappresenta un importante facilitatore, un abilitatore del modello operativo della società, che deve però essere già strutturato nel dettaglio da un punto di vista organizzativo e di processo.

I vantaggi della pianificazione integrata e gli ostacoli alla sua attuazione

I vantaggi sono evidenti: la pianificazione integrata consente di individuare eventuali rischi di fornitura e subfornitura e di sapere in anticipo quanti volumi sarà necessario produrre in previsione dell’andamento della domanda (con annessi i relativi picchi imprevisti), facendo scattare i “campanelli d’allarme" rispetto all’eventuale situazione di scarcity. A questa proiezione operativa si potranno poi collegare i piani finanziari e garantire il rispetto e la riconciliazione dei margini.

I benefici dell’integrated business planning sono misurabili e in effetti sono stati misurati. Nei primi due anni dall’implementazione della strategia di pianificazione integrata si evidenzia un aumento del 17% nella profittabilità, del 10% nel margine lordo e del 7,5% in termini di return on net assets (RONA).

Tuttavia, sebbene le aziende discutano di pianificazione integrata da decenni, la maggior parte non è stata in grado di perseguirla: questo perché per arrivare ad avere una buona pianificazione bisogna in primo luogo ottimizzare tutti i passaggi delle informazioni lungo la supply chain. Ad oggi, quindi, la pianificazione, anche nelle aziende che dichiarano di attuarla, è lenta, i processi sottostanti sono spesso mal strutturati e le informazioni e i flussi di lavoro vengono ripetutamente interrotti.

Questo avviene perché molto spesso la cultura e i processi aziendali seguono una logica “a silos” (ovvero ogni reparto fa il suo lavoro comunicando poco o per nulla con gli altri), mentre una buona riuscita dell’IBP richiede una cooperazione continua tra le funzioni aziendali. Per fare un esempio pratico e virtuoso: la funzione Finance in collaborazione con la funzione Sales, dovrebbero interfacciarsi più volte all’anno con la funzione Operations per allineare e riconciliare gli obiettivi di vendita di medio/breve termine in quantità di prodotti/servizi da realizzare. La funzione Operations, considerando le risorse a disposizione e le tempistiche necessarie, dovrebbe poi tradurre questi obiettivi per la funzione Produzione. Questo processo integrato, se attuato con un certo dinamismo e allineato all’evoluzione di mercato, consente di abbattere gli sprechi – perché ottimizza le scorte a magazzino, in modo che siano sufficienti a far fronte alla domanda just in time – e agisce sui capex (le spese in conto capitale) che possono essere ottimizzati in base a questi flussi.